Una normativa europea sui tirocini non esiste: Paese che vai, stage che trovi. Le regole cambiano da Stato a Stato e non è facile orientarsi tra le differenti declinazioni che lo stage assume in ciascun Paese. Per questo abbiamo predisposto le schede Paese nelle quali potrai trovare le regole dello stage in ogni singolo Stato europeo. 

Ad ogni modo, dando uno sguardo d’insieme, è possibile delineare un quadro generale della situazione, individuando le principali analogie, differenze e peculiarità che caratterizzano il panorama europeo.

Quasi tutti i Paesi europei prevedono due tipologie di stage: quello curriculare e quello extracurriculare. Ci sono però delle significative eccezioni: in Francia, ad esempio, il tirocinio può essere soltanto curriculare e pertanto potrà essere svolto in via esclusiva da studenti o allievi iscritti presso un istituto di istruzione o formazione; nei Paesi Bassi, benché il tirocinio extracurriculare sia formalmente consentito, vengono attivati quasi esclusivamente tirocini curriculari.

Per quanto riguarda la disciplina dei tirocini curriculari, non ci sono differenze sostanziali tra i diversi Paesi europei. Nella maggior parte dei Paesi Ue, infatti, lo stage curriculare funziona sostanzialmente allo stesso modo: 

  • si basa su un accordo tripartito tra l’organismo promotore (l’istituto di istruzione o formazione presso cui è iscritto lo studente), il soggetto ospitante (azienda, ente pubblico, associazione ecc.) e lo studente;
  • il soggetto promotore ha il compito di valutare la coerenza tra il percorso di studio e le attività previste e di verificare che lo stage si svolga nel rispetto degli obiettivi formativi concordati;
  • quasi sempre è previsto un doppio tutor (quello dell’organizzazione ospitante e quello dell’organismo di istruzione) e al termine dello stage viene riconosciuto allo studente un determinato numero di crediti formativi. 

In linea generale, i tirocini curriculari non prevedono l’obbligo di riconoscere allo stagista un’indennità di partecipazione, ma può capitare che le organizzazioni ospitanti decidano comunque di corrispondere al tirocinante un compenso o dei benefit (buoni pasto, rimborso spese di trasporto ecc.). 

Sotto questo aspetto un’eccezione (positiva) è rappresentata dalla Francia dove, in caso di tirocini di durata superiore a due mesi, il soggetto ospitante deve riconoscere al tirocinante una gratification il cui importo, fino a dicembre 2020, non può essere inferiore a 3,90 euro l’ora, equivalenti a circa 600 euro al mese per uno stage a tempo pieno. 

Se i punti in comune tra i diversi Paesi sono molti, non mancano tuttavia delle differenze per quanto riguarda le modalità di attivazione: in Italia e in Spagna, ad esempio, il tirocinio curriculare prevede la produzione di due documenti: la convenzione tra soggetto promotore e soggetto ospitante e il progetto formativo, sottoscritto da tutte e tre le parti coinvolte; in molti altri Paesi – come la Francia, il Belgio, il Lussemburgo ecc. – è previsto invece un unico documento (la convenzione di stage) sottoscritto dalle tre parti.  

Un’ultima considerazione: molti Paesi europei hanno una lunga e consolidata tradizione nell’utilizzo del tirocinio curriculare. In Francia, Germania e Spagna, ad esempio, il tirocinio curriculare è ormai da tempo un elemento strutturale del percorso di istruzione. Solo negli ultimi anni l’Italia ha iniziato a far proprio questo orientamento, muovendosi nella direzione di una sempre più stretta integrazione tra la formazione teorica in aula e la formazione pratica acquisita in un contesto di lavoro.

Ben più complessa e disomogenea è invece la situazione dei tirocini extracurriculari

Va detto innanzitutto che i tirocini extracurriculari si dividono in due grandi categorie:

  • i tirocini nel libero mercato (i cosiddetti tirocini open market)
  • i tirocini svolti nell’ambito delle politiche attive del mercato del lavoro (i cosiddetti tirocini ALMP, Active Labour Market Policy).

I tirocini ALMP:  

  • sono programmi (schemes) di tirocinio, talvolta finanziati con fondi pubblici, destinati prevalentemente ai disoccupati
  • hanno ciascuno una propria regolamentazione 
  • prevedono il coinvolgimento di un’istituzione pubblica (spesso i servizi pubblici per l’impiego) in qualità di soggetto promotore, con la funzione di garantire la regolarità e la qualità del percorso formativo.

I tirocini nel libero mercato

  • si basano su un rapporto diretto tra tirocinante e soggetto ospitante (quindi non c’è nessun “ente terzo” che verifichi la regolarità e la correttezza dello stage)
  • sono caratterizzati da una forte disomogeneità normativa tra i diversi Paesi: alcuni Paesi li hanno regolamentati (Belgio, Germania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Spagna ecc.); altri Paesi applicano ai tirocini nel libero mercato le disposizioni generali in materia di diritto del lavoro (Austria, Finlandia, Grecia, Irlanda, Repubblica Ceca, Svezia ecc.); altri Paesi ancora non hanno alcuna regolamentazione specifica per questa tipologia di tirocini (Cipro, Danimarca, Estonia, Malta, Slovacchia). Ci sono Paesi, infine, in cui i tirocini nel libero mercato non sono ammessi (Italia, Francia, Croazia, Lettonia). 

I tirocini sul libero mercato, tanto per le carenze legislative di alcuni Paesi quanto per il fatto che non prevedono il controllo e la supervisione di un ente terzo, sono quelli maggiormente "a rischio" per quanto riguarda il valore e la qualità formativa dello stage

In considerazione di tutto questo, l’Europa ha ritenuto opportuno intervenire per migliorare il livello di qualità degli stage extracurriculari (in particolare degli open market). Con la Raccomandazione del 10 marzo 2014 su un Quadro di qualità per i tirocini, il Consiglio dell’Unione europea invitava gli Stati membri ad intervenire a livello legislativo sulla base di alcuni principi e criteri essenziali: il tirocinio deve basarsi su un “contratto scritto” in cui vengano definiti diritti e doveri delle parti; devono essere garantite adeguate condizioni di lavoro; gli obiettivi formativi devono essere ben definiti e tali da consentire l’acquisizione di competenze spendibili sul mercato del lavoro; deve essere prevista la presenza di un tutor ecc.  

Ad oggi, tuttavia, in molti Paesi sono ancora rilevanti le carenze normative in materia di tirocini open market. Per approfondimenti su questo tema puoi vedere lo studio dell'Inapp sull'attuazione della Raccomandazione del Consiglio.

Per questo, prima di accettare un tirocinio “nel libero mercato”, è opportuno: 

  • verificare innanzitutto che i contenuti dell’offerta di stage prevedano lo svolgimento di attività qualificate e qualificanti: uno stage che preveda mansioni e compiti elementari, puramente esecutivi e ripetitivi non è uno stage ma un lavoro sottopagato, o addirittura non pagato (su Stage4eu NON troverai offerte di questo tipo);

 

  • accertarsi –  magari utilizzando anche le nostre schede Paese –  che lo stage si svolga nel rispetto delle regole stabilite dalla normativa del Paese ospitante e che, possibilmente, siano rispettati i criteri e i principi stabiliti dalla Raccomandazione europea sui tirocini. È essenziale, in particolare, che il rapporto di tirocinio venga formalizzato attraverso un “contratto” scritto in cui vengano definiti i diritti e i doveri delle parti.

Osservando questi semplici accorgimenti, potrai evitare brutte sorprese... Del resto i “falsi stage” e gli stage scadenti sono l’eccezione, non la regola. Nella grande maggioranza dei casi, infatti, uno stage in Europa si rivela non soltanto una grande occasione di crescita professionale, ma anche un’esperienza umana straordinaria, un viaggio entusiasmante che può cambiarti la vita.