Mettersi alla prova con un’esperienza all’estero significa anche questo: lasciare a casa le abitudini consolidate sia personali sia di studio e confrontarsi con situazioni nuove. Un’opportunità di crescita senza eguali! Così è stato per Simona Barbato, oggi impegnata come architetto in un progetto presso lo studio BFA ARCHITECTURE, nel cuore di Anversa, la città più creativa delle Fiandre dove, da studentessa, si è recata per svolgere un tirocinio. 

Ecco cosa ci ha raccontato.

 

Ciao Simona, grazie di condividere con noi la tua esperienza all’estero. Puoi dirci, intanto, quando e dove hai svolto lo stage? Ti sei recata all’estero più di una volta?

Ho avuto l’occasione di svolgere due tirocini, dopo aver frequentato l’università. Sono stata prima in Erasmus in Germania, presso la TU di Braunschweig, la terza più grande università della Bassa Sassonia. Ho svolto un semestre presso questo ateneo, durante il quale ho acquisito e approfondito le competenze per la progettazione architettonica ospedaliera e il design urbanistico. Il secondo stage, invece, l’ho svolto presso lo studio “BFA architecture” ad Anversa. Una bella esperienza, molto formativa: ho acquisito maggiore manualità a progettare con l’uso di diversi software e ho imparato ad utilizzare la stampante 3D con resina.

 

Cosa ti ha spinto a fare queste esperienze?

Innanzitutto il desiderio di uscire dalla mia comfort zone e acquisire competenze nel mio settore, differenti da quelle apprese durante gli studi universitari. Oltre a esplodere alcune materie di tipo tecnico, entrambi i tirocini mi hanno consentito di affinare le competenze linguistiche. Lo stage in Germania, poi, è stato un banco di prova per misurarmi con le mie abilità interpersonali, mentre con il tirocinio in Belgio ho potuto allargare le mie conoscenze professionali.

Cosa ti è piaciuto di più di queste esperienze? Hai riscontrato delle difficoltà durante i percorsi?

Poter conoscere persone diverse, aprirsi a nuove culture… è tutto importante! Sicuramente, sono occasioni uniche di crescita personale e responsabilizzazione. Il quotidiano diventa straordinario all’inizio, perché sai che devi contare soprattutto su di te. Anche solo per orientarti e svolgere le mansioni più banali, come può essere fare la spesa o prendere un bus. Se parliamo, poi, di lavoro… relazionarsi, farti apprezzare, capire l’approccio al lavoro, organizzarti. Sembra scontato, ma in un contesto diverso escono lati del tuo carattere che non sapevi neanche di avere. Comunque, per rispondere all’altra domanda, devo dire che non ho riscontrato difficoltà né in Belgio né in Germania.

 

Hai citato diverse competenze trasversali. Le competenze professionali e le soft skills che hai acquisito durante lo stage ti sono servite per entrare nel mondo del lavoro?

Assolutamente! Anche grazie alle soft skills che ho messo in pratica durante i tirocini oggi sto svolgendo un altro progetto presso una multinazionale.

 

Secondo te, per svolgere la professione d’architetto, fare un tirocinio all’estero oggi è importante?

Sì, soprattutto per capire il differente approccio che gli altri Paesi hanno verso il mondo dell’architettura.  

 

Grazie Simona per il tempo che ci hai dedicato!