Che sia per uno stage o per un lavoro, è normale che prima di affrontare un colloquio tu ti senta un po’ in ansia, tanto più se ti stai presentando per una posizione che ti interessa particolarmente. Di sicuro, dal momento che l’intervista prevede delle domande standard che ricorrono sistematicamente, il modo migliore per allentare la tensione è prepararsi adeguatamente su tutti quegli argomenti che quasi certamente verranno toccati nel corso del colloquio.
Ma per quanto ci si possa preparare, a volte può capitare che il selezionatore faccia domande impreviste, spiazzanti o addirittura bizzarre. Negli ultimi anni, infatti, si è andata via via diffondendo – dapprima in America, ma ora anche in Europa – la tendenza a porre delle domande che escono dagli schemi dell’intervista classica, in modo tale da ottenere risposte più autentiche e non preconfezionate. Ad ogni modo non c’è da preoccuparsi più di tanto: le domande “eccentriche” sono ancora piuttosto rare.
Di fronte ad alcune di queste la prima cosa che viene da chiedersi è: a che cosa servono? Hanno un senso o si tratta solo di un esercizio gratuito di originalità a tutti i costi? Per quanto sia difficile crederlo, spesso delle domande apparentemente assurde hanno degli obiettivi precisi:
- sondare aspetti della personalità del candidato che talvolta le domande “classiche” non lasciano emergere;
- valutare la prontezza e rapidità di ragionamento in situazioni di stress;
- verificare le motivazioni al lavoro;
- mettere alla prova la capacità di gestire situazioni impreviste, trovando soluzioni originali e creative.
A volte l’obiettivo di una domanda bizzarra può essere semplicemente quello di mettere a disagio il candidato per testarne la tenuta psicologica, per vedere come se la cava sotto stress (è una tecnica di selezione che si chiama stress interview, ma viene usata rarissimamente con ragazzi alle prime esperienze). Ci sono infine i casi di domande talmente stravaganti da rendere impossibile qualsiasi tentativo di trovarci un minimo di senso.
Ecco alcuni esempi di domande “strane” che sono state poste in sede di colloquio (e qualche piccolo suggerimento per affrontarle).
1. L’animalista
Che animale vorresti essere?
Un canguro? Un ornitorinco? Un San Bernardo? Pensa semplicemente all’animale che preferisci e motiva la tua scelta. L’unica, ovvia raccomandazione è quella di evitare risposte-autogol, tipo “Un orso”, quando magari due minuti prima ti sei presentato come una persona socievole che ama stare in mezzo agli altri...
2. Il veggente
Dove ti vedi fra vent’anni?
La domanda classica è “dove ti vedi tra 5 anni?”...e già quella mette in difficoltà. Chiaramente verrebbe da rispondere “mi servirebbe la sfera di cristallo per poterlo sapere”, ma non sarebbe una buona risposta. Fa’ uno sforzo di fantasia e cerca di immaginare, sulla base dei tuoi attuali progetti, valori, competenze, obiettivi e aspirazioni professionali, quello che realisticamente potresti (e vorresti) diventare tra vent’anni. Il futuro non puoi ipotecarlo, ma puoi già cominciare a immaginarlo (e a costruirlo).
3. Il naufrago
Cosa porteresti con te su un’isola deserta?
Lascia stare il cellulare: presumibilmente su un’isola deserta non c’è campo né Wi-Fi. Scegli qualcosa che sia davvero significativo, qualcosa che ti rappresenti e che per te abbia un valore importante. In alternativa potresti aggirare la domanda: “Una barca per tornare indietro. Vivere da solo non fa per me”.
4. Il trasformista
Se potessi essere un’altra persona, chi vorresti essere?
Qual è il tuo modello di riferimento? Dimmi chi vorresti essere e capirò meglio chi sei, quali sono i tuoi valori e le tue aspirazioni, qual è la vita che vorresti vivere.
5. L’ottimista
Cosa faresti se vincessi 10 milioni alla lotteria?
Implicitamente ti si chiede: ti licenzieresti in tronco per scappare in un’isola tropicale e passare i prossimi quarant’anni a dondolarti su un’amaca? Anche se dovessi avere la tentazione di rispondere in questo modo, meglio evitare. Di certo non appariresti come una persona che ha una gran voglia di lavorare. Trova un modo un po’ più originale per usare il tuo denaro virtuale.
6. Il filosofo
Lavori per vivere o vivi per lavorare?
Il dilemma ha delle sane vie di mezzo. Se lavori per vivere, sminuisci il lavoro a una sorta di destino ineluttabile; se vivi per lavorare, escludi tante altre cose per le quali vale la pena vivere. E allora forse la cosa migliore è semplicemente vivere il lavoro con dedizione, entusiasmo, impegno, passione.
7. Lo sportivo
Quante palline da tennis entrerebbero in questa stanza?
Rifletti con calma e attiva le tue capacità analitiche e di ragionamento. Nessuno pretende che tu dia il numero esatto. Quello che interessa al selezionatore è capire come affronti il problema, il modo in cui analizzi la questione per arrivare a una conclusione plausibile.
8. Il trasvolatore
Quanto pesa un Boeing 747?
Vale lo stesso discorso delle palline da tennis. Non ti si chiede il peso esatto, solo un ragionamento credibile. O una buona bilancia.
9. L’ospite inatteso
Un pinguino con un sombrero entra in questa stanza. Cosa dice?
Buenos días? Scusate il ritardo ma ho trovato traffico? Libera l’immaginazione, la creatività, l’ironia. Per far parlare un pinguino devi necessariamente uscire dagli schemi logici con cui sei abituato a ragionare. Quello che conta non è tanto la risposta in sé, ma la prontezza con cui sarai in grado di improvvisare, stando subito al gioco e reagendo prontamente all’imprevisto.
10. Il pachiderma scomodo
Come metteresti un elefante in un frigorifero?
Probabilmente con grande difficoltà…Vale lo stesso discorso del pinguino: lavora di fantasia!
Se nel bel mezzo di un colloquio dovessi sentirti porre una domanda simile a queste, non agitarti, non imprecare, non sgranare gli occhi, non cominciare a sudare freddo, non piangere… e non cercare la risposta esatta, perché una risposta esatta non c’è. Mantieni la calma ed elabora la tua personale risposta. Cerca soltanto di evitare risposte banali o scontate, quelle che darebbero nove candidati su dieci. Tieni presente che un guizzo di brillantezza e originalità ti distinguerà dagli altri.
PS: in genere alla domanda sull’elefante la risposta migliore la danno i bambini: “Apro il frigorifero, prendo l’elefante, lo metto nel frigorifero, chiudo il frigorifero”