Dopo aver inviato la lettera di presentazione con allegato il Curriculum, se sarai pre-selezionato, potresti essere contattato dall’azienda: il colloquio – telefonico, magari tramite webcam, oppure frontale (decisamente più raro, visto che in questo caso si tratterebbe di dover affrontare un viaggio all’estero, con i relativi costi) – rappresenta il principale metodo di selezione. Se vieni contattato vuol dire che, almeno in teoria, hai tutte le carte in regola per essere scelto: adesso sta a te giocartele al meglio e dimostrare al selezionatore che aveva visto giusto.

Il colloquio ha temi e domande ricorrenti, così come ricorrenti sono le ingenuità e le gaffe dei candidati. Di seguito troverai alcuni consigli che potranno servirti per sostenere un buon colloquio di selezione per un tirocinio all’estero. In attesa di un’eventuale chiamata esercitati e verifica la tua capacità di sostenere un dialogo.

Ovviamente l’intervista si terrà nella lingua del Paese ospitante o nella lingua veicolare impiegata in quella determinata azienda (spesso l’inglese): la tua conoscenza linguistica dovrà arrivare almeno ad un livello B2, anche se in alcuni casi è necessario un C1. Prima di affrontare il colloquio cerca di impadronirti dei termini e delle espressioni tecniche relative al ruolo per cui ti sei candidato.

L’intervista telefonica, anche quella tramite webcam, nascondono spesso molte insidie: non hai di fronte l’interlocutore in carne ed ossa, possono sfuggirti espressioni ed atteggiamenti e le voci, filtrate dal telefono o dal pc, possono arrivare distorte o può capitare di non comprendere perfettamente il senso delle domande. Ecco qualche semplice accorgimento per gestire adeguatamente la telefonata:

  • cerca di evitare qualsiasi elemento di distrazione o di disturbo: giorno e orari dell’intervista sono generalmente concordati, quindi fai in modo di avere del tempo da dedicare a questo importante momento di selezione;
  • usa un tono di voce che esprima l’interesse, la motivazione e l’entusiasmo per l’offerta di stage per cui sei stato contattato. Tieni presente che il selezionatore terrà conto non solo di quello che dirai, ma anche di come lo dirai;
  • cerca di evitare pause prolungate o silenzi imbarazzati. Se, dopo aver risposto a una domanda, dall’altra parte non ricevi alcun feedback, chiedi al selezionatore se ha bisogno di ulteriori chiarimenti;
  • tieni a portata di mano il tuo CV e anche carta e penna: nel corso della telefonata ti potrebbero servire.

Qualche piccola raccomandazione valida invece per il colloquio frontale:

  • puntualità: arriva con qualche minuto di anticipo. In caso di ritardo avverti il selezionatore prima dell’ora dell’appuntamento;
  • abbigliamento: se possibile informati precedentemente sul codice di abbigliamento aziendale; tuttavia, anche se l’azienda dovesse consentire un abbigliamento casual ai suoi dipendenti, ciò non vuol dire che ti puoi presentare al colloquio con i jeans e le scarpe da ginnastica. Se non ottieni alcuna informazione, o comunque sei in dubbio, cura comunque il tuo abbigliamento per non far pensare ad una mancanza di riguardo (ciò non significa necessariamente giacca e cravatta o tailleur). Ricorda che devi comunque fare una buona impressione.
  • cellulare: ricordarti di spegnerlo. Uno squillo improvviso potrebbe pregiudicare l’esito del colloquio. 

Passiamo ora ai contenuti. Durante il colloquio, il selezionatore deve capire - in un tempo relativamente breve - che tipo di persona sei. Il tuo obiettivo deve essere quello di dimostrargli che sei la persona giusta per ricoprire la posizione per cui ti sei candidato:

  • all’inizio del colloquio potrebbero chiederti di presentarti: preparati prima, cercando di strutturare una esaustiva autopresentazione che duri circa due minuti (le principali tappe del tuo percorso scolastico/universitario, formativo, professionale; i tuoi obiettivi professionali; le tue soft skills);
  • punti di forza e punti deboli: è una domanda che viene fatta spesso, quindi è importante essere preparati. Rifletti in anticipo su almeno tre tuoi punti di forza e cerca di trasformare i tuoi punti deboli in una risorsa;
  • tieni sempre a mente la posizione per cui ti presenti: è opportuno che tu abbia ben chiari il ruolo e le mansioni che andresti a svolgere;
  • preparati a rispondere ad eventuali domande sull’azienda/ente: è fondamentale che tu conosca la struttura ospitante. Cerca di raccogliere informazioni e notizie sull’azienda (la sua storia, la sua mission, i suoi prodotti/servizi, i suoi competitor ecc.) per farti trovare pronto sui diversi argomenti;
  • rifletti e preparati a rispondere efficacemente sulla tua motivazione: perché hai fatto domanda per questo stage? Perché pensi di essere la persona giusta per questa posizione? Perché vuoi fare uno stage proprio in questa azienda? La motivazione ha un peso decisivo in sede di colloquio. Una persona molto motivata, sia nei confronti dell’azienda che della posizione per cui si presenta, può essere preferita ad un’altra, formalmente più in linea con il profilo richiesto, ma non abbastanza motivata.

Ricorda: il colloquio è un momento di incontro e quindi un processo a doppio senso. Non solo esiste la possibilità di porre domande, ma è consigliabile approfittarne per dimostrare interesse e curiosità. Il selezionatore, infatti, potrebbe domandarti se hai delle cose da chiedere sull’azienda o sui contenuti dello stage. È un’occasione da non perdere: preparati una o più domande “intelligenti” che dimostrino che ti sei documentato, che sei motivato e interessato a saperne di più. Ad esempio, se lo ritieni opportuno, potresti fare qualche domanda specifica sulla funzione all’interno della quale dovresti essere inserito (programmi/pacchetti software utilizzati, organizzazione ecc.). Inoltre:

  • ascolta sempre con attenzione ciò che hanno da dirti e cerca sempre di motivare le risposte e di spiegare le ragioni delle tue scelte;
  • non essere logorroico, ma non rispondere neppure a monosillabi: rispondi in modo sintetico ma esauriente, articolando adeguatamente le risposte;
  • non mentire ed evita anche di enfatizzare esageratamente le tue competenze ed esperienze. L’azienda non sta cercando un genio, ma una persona adatta a svolgere determinate attività in un determinato contesto;
  • non essere arrogante né presuntuoso: sono motivi sicuri di esclusione. Questo non vuol dire che tu debba avere un atteggiamento dimesso: poniti con naturalezza e cerca di essere sempre aperto e propositivo.

 

Ultimo suggerimento: fai delle prove, simula un colloquio, magari facendoti aiutare da un amico, oppure registra un video, cercando poi di analizzare cosa non ha funzionato. Ciò ti consentirà di provare i tuoi discorsi, di evitare le ripetizioni o di perdere il filo, di capire se ti sfugge qualche termine. Queste simulazioni ti daranno sicuramente maggiore sicurezza.

Infine, oltre al classico colloquio telefonico o frontale, le aziende possono ricorrere ad una metodologia di selezione più complessa: l’Assessment Center. L’AC, utilizzato per lo più dalle grandi aziende, si svolge in genere nell’arco di una giornata e serve essenzialmente a valutare il potenziale, le capacità e le attitudini dei candidati in relazione a determinate posizioni lavorative. In sostanza serve a capire, mediante un insieme di “prove” – alcune individuali, altre di gruppo – se una persona è in grado di ricoprire efficacemente un determinato ruolo in azienda. Ad una sessione di Assessment partecipano in genere 5-10 candidati. Attraverso l’osservazione dei loro comportamenti, i selezionatori valutano una serie di caratteristiche, come le capacità di interazione e relazione, di negoziazione e di leadership, di lavorare in gruppo e di gestire situazioni conflittuali o stressanti ecc. Per affrontare al meglio un Assessment, la prima regola è quella di presentarsi per ciò che si è, senza cercare ad ogni costo di far colpo sui selezionatori: i comportamenti innaturali o “forzati” non sono premiati.